La composizione nella fotografia di paesaggio

L’arte della composizione nella fotografia di paesaggio.
La bellezza di un luogo e delle condizioni meteorologiche ha una grande importanza nella fotografia paesaggistica, ma deve essere valorizzata da una composizione efficace per ottenere una buona immagine. La fotografia non è solamente una mera riproduzione della realtà, ma una vera e propria interpretazione personale che trova in una composizione originale una grande forza espressiva.
Vediamo nel dettaglio alcune tecniche di composizione importanti nella fotografia paesaggistica:
– Regola dei terzi
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La prima tecnica di base della composizione è la regola dei terzi. Si tratta di dividere il rettangolo della nostra fotografia con 2 linee orizzontali e 2 linee verticali equidistanti, le quali suddividono l’immagine in 9 rettangoli uguali più piccoli. Le linee
rappresentano dei riferimenti per posizionare ad esempio l’orizzonte del paesaggio mentre i punti di intersezione indicano dove idealmente andrebbe inserito il soggetto di maggior interesse della fotografia.


– Sezione aurea
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La regola dei terzi è un modo semplice e approssimato di utilizzare una tecnica compositiva ben più raffinata, la sezione aurea, basata sul numero aureo 1,618033 scoperto nel ‘200 dal matematico Fibonacci. Il numero aureo ricorre molto spesso in natura e si scoprì che applicandolo alle arti figurative permetteva di creare delle
composizioni particolarmente piacevoli. Con la sezione aurea, in modo simile alla regola dei terzi, dividiamo il rettangolo dell’immagine con 2 righe orizzontali e 2 verticali non più equidistanti ma in modo che la distanza tra loro rispetti il numero aureo 1,618. Anche qui le righe e i punti di intersezione fungono da linee guida per disporre in modo equilibrato i soggetti della nostra fotografia.


– Spirale aurea
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Ulteriore evoluzione della sezione aurea è la spirale aurea, che si ottiene suddividendo ripetutamente l’immagine in rettangoli aurei.La spirale ottenuta non individua solamente il punto di maggior interesse, ma anche una possibile linea guida per lo sguardo dell’osservatore.


– Imparare a guardare tutto il mirino della reflex
Un errore molto comune di chi è alle prime esperienze con la fotografia è quello di inquadrare il soggetto perfettamente centrale nella fotografia senza dare minimamente importanza a quanto lo circonda. Bisogna osservare con calma ogni parte dell’immagine per poter comporre in maniera efficace, solo così potremmo
eliminare tutto quanto non è indispensabile e includere nell’immagine solo gli oggetti veramente essenziali.


– Studiare la location e cambiare punto di vista
Esplorare con attenzione la location che vogliamo fotografare è il modo migliore per garantirci di trovare qualche cosa di curioso e originale da fotografare. Non limitiamoci alla prima composizione scontata ma muoviamoci spesso e cerchiamo ogni possibile inquadratura interessante. Proviamo ad abbassarci vicino al suolo oppure saliamo in alto per cercare dei punti di vista alternativi e diversi dal solito.
Al fine di studiare la location al meglio è consigliabile sfruttare le ore di luce meno favorevoli in modo da essere pronti quando le condizioni saranno le migliori.


– Imparare a pensare in modo astratto
Il fotografo deve imparare a pensare in modo astratto sul concetto di composizione per ottenere dei buoni risultati. Cerchiamo di andare oltre a quello che vediamo nella scena di fronte a noi; non dobbiamo pensare alle montagne, agli alberi, ai torrenti per quello che sono ma cerchiamo di vedere le varie forme geometriche, le linee che formano, il posizionamento dei vari elementi all’interno della scena e il colore che hanno. Questo primo processo mentale di scomposizione in forme più semplici del paesaggio è un passo importante: una volta che inizieremo a vedere i vari elementi di una scena in termini astratti, allora saremo pronti per affrontare le tecniche di composizione più avanzate.


– Eliminare gli elementi di disturbo
Per migliorare le nostre composizioni è importante cercare di semplificare il più possibile le nostre fotografie, togliendo tutto quanto non è importante ai fini compositivi e che può creare un elemento di disturbo in grado di distogliere l’attenzione dal vero soggetto. Ad esempio un singolo rametto che spunta nel cielo attira subito l’attenzione di chi osserva e disturba l’armonia generale dell’immagine.


– Utilizzare le forme per creare composizioni più complesse
Forme semplici, come triangoli, cerchi, curve, linee e zigzag attirano sempre l’occhio dell’osservatore . A volte la forma può essere la base per la composizione stessa, mentre altre volte può essere semplicemente la struttura di partenza per una composizione più complessa che implica anche altri elementi. Le figure inoltre possono trasmetterci delle sensazioni:
cerchio: staticità
quadrato: equilibrio
triangolo: movimento


– Creare profondità nelle foto
Variare la dimensione apparente dei soggetti di una scena può aiutare a creare profondità nelle nostre fotografie e portare l’occhio dello spettatore all’interno dell’immagine. Una tecnica efficace per ottenere questo risultato è chiamato prospettiva forzata e utilizza l’illusione ottica per rendere un oggetto molto più importante di quanto non sia nella realtà. Si realizza avvicinandosi con un obiettivo ultragrandangolare al soggetto in primo piano, esagerando in tal modo le sue dimensioni e l’importanza visiva rispetto agli oggetti più distanti. La scelta di un’inquadratura verticale può inoltre aumentare il senso di profondità rispetto ad un’inquadratura orizzontale, permettendoci di includere nella fotografia una maggior porzione di primo piano.


– Dirigere l’attenzione dello spettatore e trasmettere emozioni con le linee
Le linee all’interno di una scena implicano movimento e ci suggeriscono l’orientamento e la direzione per guidare lo sguardo dell’osservatore. Non necessariamente sono evidenti ma possono anche essere immaginarie e suggeriteci dal posizionamento dei vari oggetti del paesaggio. Le linee guida che si estendono dal primo piano allo sfondo sono particolarmente potenti ai fini compositivi e aiutano
lo spettatore ad addentrarsi nella scena fotografata: un fiume che curva, un sentiero serpeggiante, la sponda sinuosa di un lago possono essere delle ottime linee guida per dirigere lo sguardo verso il soggetto principale.
La loro forma può anche suggerirci alcuni sentimenti:
Le linee verticali ci danno una sensazione di potenza, maestosità e slancio
Le linee orizzontali ci suggeriscono tranquillità e calma
Le linee oblique trasmettono movimento e sensazioni di instabilità e tensione
Le linee curve sinuose o a S ci trasmettono movimento tranquillo, morbidezza, sensualità.
Le linee a zig zag o spezzate trasmettono dinamismo, movimento scattante e nervoso
Le linee inoltre possono per la nostra abitudine di leggere da sinistra a destra avere significati differenti in base alle direzioni che hanno e possono anche essere di impedimento per il nostro viaggio visuale all’interno della fotografia.
Una linea obliqua che parte nell’angolo in alto a sinistra guiderà il nostro sguardo verso il basso a destra e una linea che parte dall’angolo in basso a sinistra guiderà lo sguardo verso l’alto a sinistra. La linea orizzontale potrebbe invece essere una barriera e, se non interrotta, potrebbe rendere difficoltoso passare oltre di essa con lo sguardo.


– Equilibrio tra gli oggetti
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Per una composizione efficace ci vuole equilibrio tra i vari oggetti della scena fotografata. Immaginando di dare un peso ai singoli elementi cerchiamo di disporli in modo che siano in perfetto equilibrio tra loro come in una bilancia. Oggetti di grandi dimensioni hanno un peso maggiore di quelli piccoli e lo stesso vale per gli oggetti più scuri che hanno solitamente un peso maggiore di quelli chiari. Inoltre soggetti umani, animali, il sole… hanno un peso maggiore di tutto il resto. Immaginando il fulcro della nostra bilancia nel centro dell’immagine cerchiamo di disporre i soggetti in modo da ottenere un equilibrio perfetto.


– Forme ripetute
Il nostro occhio è attratto dalle forme o dai colori che si ripetono. Utilizziamo quindi a nostro favore la presenza di più soggetti simili presenti nella location come piante, fiori, texture nel terreno, foglie, pietre…


– Incorniciare i soggetti
L’utilizzo di una cornice naturale o artificiale è uno strumento molto valido per creare profondità in una fotografia, semplificando una composizione e focalizzando l’attenzione sugli elementi importanti della scena. Possiamo utilizzare per esempio gli alberi, gli archi naturali e le finestre di una casa per realizzare una cornice efficace.


– Fornire un punto di partenza logico per il viaggio visivo dello spettatore
Inserendo nella fotografia un soggetto forte in grado di attirare subito l’attenzione di chi osserva, si aiuta il movimento visivo all’interno dell’immagine in quanto forniamo un punto di partenza dal quale spaziare con gli occhi. Le cosiddette  “ancore visive” sono generalmente posizionate nel primo piano di un’immagine e guidano lo sguardo verso lo sfondo, ma continuano ad attirare lo sguardo su di esse. Cerchiamo a questo scopo qualsiasi elemento possa spiccare su tutto il resto e inseriamolo nella nostra composizione.


– Utilizzare la luce a nostro favore
Non dimentichiamoci mai che è la luce a fare la fotografia. Il paesaggio sotto il forte sole di mezzogiorno può apparire duro ai nostri occhi e poco attraente da fotografare, meglio quindi attendere la calda luce di un tramonto o dell’alba.
D’altra parte, la luce ha un altro ruolo che può svolgere: quella di un importante elemento della composizione. Così, le forme e le linee che si creano tra le zone di luce e le zone d’ombra, diventano elementi compositivi che possono essere utilizzati a nostro favore.


– L’importanza del primo piano
Non sottovalutiamo mai l’importanza del primo piano in fotografia paesaggistica.
Anche se il soggetto principale della fotografia si trova sullo sfondo ( una montagna, un promontorio, un albero…), il primo piano ha comunque una grande importanza per dare profondità e valorizzare il soggetto. Spendiamo del tempo per ricercare qualcosa di veramente interessante da inserire nella composizione perché l’aggiunta di un primo piano banale e disordinato non solo non porterebbe nessun beneficio ma potrebbe addirittura essere controproducente.


– Riflesso nell’acqua
Tutto o niente. Il riflesso in uno specchio d’acqua è solitamente un elemento importante nella fotografia di paesaggio perché è in grado di valorizzare il soggetto e aggiungere interesse nell’osservatore. Stiamo quindi attenti a non tagliare parte di esso, perché andrebbe a rompere l’armonia creata dalla simmetria del riflesso con il soggetto.


– Usare la figura umana
In alcuni casi può essere di aiuto se non indispensabile utilizzare una figura umana per dare un metro di paragone all’interno della fotografia. Utilizzare una piccola silhouette di un uomo nella fotografia di paesaggio può rendere meglio l’idea di vastità e maestosità di un luogo, ma attenzione al grande peso che la figura umana ha all’interno dell’immagine, perché potrebbe catalizzare l’attenzione su di sé e distrarre l’attenzione da tutto il resto.


– Crop
Anche se abbiamo studiato con molta attenzione la scena in fase di scatto, non è infrequente che si renda necessario ritagliare l’immagine per migliorarne la composizione. Stiamo però attenti ad utilizzare il crop con parsimonia in quanto perderemo inevitabilmente dettaglio.


Alcuni esempi di composizioni efficaci:
_DSC8764qqqqqgfdsgdefw      “Maurienne dream” © Marco Barone
In questo scatto possiamo notare che la regola dei terzi è stata rispettata. Ho inserito l’orizzonte del paesaggio sulla riga superiore, il ruscello termina sulla riga di sinistra e la cascatella in primo piano si trova sul punto di intersezione inferiore destro.Inoltre il ruscello crea una naturale linea guida per lo sguardo verso le montagne dello sfondo.


_DSC3067iuiuikhv         “Dark lake” © Marco Barone
Anche in questo scatto la regola dei terzi è rispettata in quanto il laghetto occupa 2/3 dell’immagine e ci sono delle linee guida create dall’erba galleggiante che accompagnano l’occhio dell’osservatore verso la montagna sullo sfondo. Le nuvole scure incorniciano inoltre la montagna ed il suo riflesso concentrando lo sguardo su di essa.


_DSC0973aaa       “Blue mud” © Marco Barone
In questo scatto la regola dei terzi è rispettata perché la linea di confine tra il primo piano e il lago si trova sul terzo superiore e il riflesso della luna si trova indicativamente sull’intersezione superiore sinistra. Il primo piano è poi formato da un’interessantissima texture di forme irregolari che si ripetono e che creano inoltre delle linee zigzaganti che aiutano lo sguardo a dirigersi verso lo sfondo. Il riflesso della luna nell’acqua funge da interruzione per la linea orizzontale della sponda e ci permette di passare agevolmente oltre con lo sguardo.


_DSC8683mk      “Autumn” © Marco Barone
In questo scatto è stato sfruttato il forte contrasto tra la zona di bosco illuminata dal
sole e le zone d’ombra. Il ripetersi delle forme triangolari dei larici e delle linee verticali dei loro tronchi crea inoltre un’interessantissima texture. E’ stato utilizzato un teleobiettivo per inquadrare soltanto il bosco e per evitare quindi elementi di disturbo come rocce o porzioni di cielo.


_DSC8053oy       “Primordial earth” © Marco Barone
In questo scatto abbiamo una forte linea guida sinuosa che attraversa 2/3 della fotografia e accompagna il nostro sguardo sullo sfondo. Le nuvole scure incorniciano inoltre la montagna ( il soggetto della foto) e aiutano a concentrare l’attenzione su di essa. La regola dei terzi è rispettata in quanto la linea sinuosa termina nell’intersezione superiore destra e la fine del laghetto si trova sulla riga superiore.
Abbiamo inoltre una stupenda texture sul fango del primo piano che rende maggiormente interessante questo scatto.

Apri la guida in versione PDF:

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